Transessualità

 

 

kahlo

Frida Kahlo, autoritratto.

 

 

Visto il clamore che di recente si è creato intorno ad una realtà che, diversamente da quanto il mondo politico vorrebbe farci credere, esiste da sempre, mi pare giusto spendere qualche considerazione sull’argomento transessualità.

La prima domanda di fronte alla quale spesso si assiste all’ignoranza più disarmante o, peggio ancora, al pregiudizio altrui è questa:

Chi sono le persone  transessuali?

E’ bene specificare subito chesi tratta di persone del tutto normali sotto il punto di vista biologico e anatomico, ma che soffrono nell’appartenere al sesso determinato geneticamente. Nutrono cioè  la persistente convinzione di appartenere al sesso opposto. Patiscono nel sentirsi prigionieri in un corpo che percepiscono diverso da quello che vorrebbero avere, desiderando di vivere nel ruolo dell’altro sesso e di essere riconosciuti dalla società come appartenenti al genere, verso il quale si sentono psicologicamente orientati. Questo disagio è così perturbante che per molti  individui l’intervento di riattribuzione chirurgica del sesso diventa una meta indispensabile. Elemento peggiorativo per l’esistenza  delle persone transessuali è il circuito  nel quale la società, attraverso un’azione discriminante ed espulsiva, spinge verso la prostituzione (spesso identificata come unico lavoro possibile) sovrapponendo l’immagine della persona transessuale a quella, dell’oggetto sessuale, della trasgressione e del meretricio.

Molti si chiedono,spesso in termini moralistici e retorici, perchè sempre più uomini e donne siano attratti dai transessuali. E’ bene specificare che fin dai tempi più remoti l’immaginario erotico dell’uomo si è alimentato di fantasie collegate a persone con caratteristiche  sessuali di entrambi i sessi. Nel transessuale, come è noto, vi è la compresenza del maschile e del femminile. Anche in alcune divinità si celebra la compresenza degli opposti, ad ogni modo anche le scelte sessuali come molti altri tratti dell’essere umano possono trascendere una direzione precisa, che esclude il suo opposto, ma contemplare la composizioni di elementi opposti.Secondo alcuni autori  il transessuale moltiplica i segni sessuali  realizzando così una nuova nozione  di “individuo”, tipico del nostro tempo, che si riconosce solo nella libertà illimita-ta, senza argini e senza confini. E’ interessante prestare attenzione alle opinioni   di chi sceglie la compagnia dei trans, (pur avendo una vita familiare e di coppia ) e alle motivazioni che vengono da loro riportate: il trans sembrerebbe ridurre l’ansia da prestazione permettendo di scegliere il ruolo da assumere (attivo/passivo) in base alle circostanze, gli eventi etc. Il rapporto transessuale consentirebbe inoltre  di aggirare l’angoscia  collegata al rapporto con un altro dello stesso sesso e delle stesse sembianze  dell’individuo.  In questo senso il transessuale  rappresenterebbe un’ideale di trasgressione.

Altro stereotipo e luogo comune è quello di chi crede che e i frequentatori di trans siano omosessuali. La risposta è non sempre,  non necessariamente. Capita frequentemente  in persone eterosessuali (magari all’interno di coppie regolari e con figli) in forme episodiche e saltuarie che non sempre si traducono in atti sessuali veri e propri.

Come sempre nell’imbecillità del dibattito televisivo trova spazio qualcuno che non ha altre argomentazioni se non quella di accusare il mondo transessuale di essere sostanzialmente immorale, malato nell’anima. Questo aprirebbe una riflessione molto lunga e forse inutile, certi pregiudizi sono molto difficili da estirpare. Ci sarebbe da chiedersi se non sia malata una società che ha sempre opposto resistenza alla varietà e alla libertà sessuale; che nello stupido sforzo di negare, o quanto meno di far tacere ciò è sessualmente diverso, in realtà non fa altro che ripudiare  una parte di se stessa.

Dott. Ettore Bargellini

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