Quando le parole non bastano

Primaveraok

Questa che segue è la prefazione al libretto che raccoglie i pensieri dei ragazzi delle scuole di Prato che hanno partecipato al progetto “Prima…vera Educazione stradale”. Noi, assieme all’Associazione Marco Michelini, portiamo da ormai qualche anno nelle scuole che ne fanno richiesta, un messaggio che crediamo essere diverso dai soliti, abusati (e troppo spesso inascoltati), inviti alla prudenza. Quest’anno abbiamo voluto dare voce ache ai veri protagonisti, ai ragazzi. I quali, ancora una volta stupiscono per profondità e freschezza. Questo è un omaggio, a loro, a Marco, e a chi si impegna per rendere le strade un luogo più sicuro. 

La morte di un ragazzo di venticinque anni è qualcosa di orrendo ed ingiusto, qualcosa che le parole  fanno fatica a raccontare. Marco se ne è andato il 25 maggio del 2005. Da allora abbiamo cercato di incontrare quanti più giovani possibile per parlare di sicurezza stradale, nel tentativo di dare un senso a questa e ad altre tragedie. La strada è il luogo dove i ragazzi muoiono più spesso, dove la vita se ne può andare in un attimo; ma la strada è anche il “viaggio e la scoperta”, il punto di partenza per ogni momento rubato all’immobilità ed alla noia. Il viaggio è l’unico modo che abbiamo per crescere. Allora, al di là di tutti i numeri e di tutte le immagini di dolore che stanno dietro agli incidenti stradali, al di là delle grida rubate dalle telecamere e dei segni lasciati sull’asfalto, noi abbiamo preferito aiutare i ragazzi a cercare l’aspetto sano ed esaltante del muoversi. Per quanto i drammi e la morte ci colgano sempre impreparati, parlare di questi argomenti può trasformarsi, soprattutto con i più giovani, in un esercizio retorico che va ad aggiungersi alla decine di voci che quotidianamente ignoriamo. Così abbiamo deciso di rinunciare alla didattica fatta di norme e di moniti e abbiamo cominciato a raccontare delle storie. Storie di ragazzi sulla strada, storie di ragazzi a cui la strada ha chiesto un pedaggio terribile, storie di chi alla fine si è salvato, storie di chi, come Marco, ci ha lasciato troppo presto. Questo è stato il nostro tentativo di coinvolgere i ragazzi e lasciargli un messaggio sul quale riflettere. Niente di più. In mezzo al bombardamento costante e paradossale di chi si lamenta per le stragi mentre vende stili di vita tanto più remunerativi quanto più spingono a rischiare e sballarsi, il nostro progetto rappresenta solo un momento. Siamo consapevoli che un momento è poco, ma poco basterebbe anche per salvarsi la vita. Queste lettere ci dicono che il viaggio che abbiamo intrapreso assieme ai ragazzi, a volte guidandoli, altre volte semplicemente camminando vicini, è un percorso fatto di riso e pianto, di riflessione e svago, ma soprattutto fatto di emozioni. Emozioni che abbiamo vissuto senza risparmiarci, senza tirarsi indietro, con coraggio e cuore. Grazie ragazzi.

 

Dott. Ettore  Bargellini

Dott. Cristiano Pacetti

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