Ci è stata sottoposta una domanda riguardo l’ipocondria.
Nel seguente articolo oltre ad informazioni di carattere generale e descrittivo, proverò ad introdurre anche alcuni spunti interpretativi per tale condizione.
Domanda: E’ da circa un anno che mi sento teso e preoccupato di avere qualcosa che non va, dopo un anno di visite mediche di vario genere mi è stato detto che “ e’ SOLO IPOCONDRIA” come se la cosa mi potesse aiutare in qualche modo, potrebbe darmi qualche informazione in più?
Ringraziando in anticipo vi saluto.
I.I.
Risposta: Non è raro che dopo lunghi peregrinaggi da uno specialista all’altro senza ricevere né una diagnosi precisa né una risposta rassicurante , venga suggerita al paziente l’ipotesi di una generica “ipocondria”. Nel peggiore dei casi ci si può sentire liquidati da un’altrettanto generico “ Non si preoccupi lei è soltanto un po’ stressato”.Comunque dando per scontato che l’indicazione da lei ricevuta sia corretta, il nodo centrale del problema non ha tanto a che fare con l’essere affetto da una qualche malattia ( cosa che va in ogni modo verificata) ma con l’ansia e la preoccupazione di poterlo essere.
Capisco quanto possa essere spiacevole la sensazione di essere malati e non riuscire a trovare in chi ti dovrebbe aiutare una soluzione rapida e convincente.
Nella condizione ipocondriaca è come se la persona avesse la paradossale necessità di sentirsi dire che è malata per poter tirare un sospiro di sollievo.
L’ipocondria infatti viene definita come il timore , e a volte la convinzione, da parte del soggetto di essere affetto da un qualche tipo di malattia che però non viene riscontrata da un punto di vista strettamente medico.
Ciò che risulta importante sottolineare è che non si tratta né di simulazione, né di menzogna da parte del soggetto il quale si trova effettivamente a soffrire un insieme di disagi che ne minacciano l’autonomia, le relazioni ed il lavoro.
Molto frequentemente la persona trascorre il suo tempo in uno stato di allerta, sempre attenta a rilevare anche il più piccolo ed insignificante cambiamento corporeo, spesso interpretandolo, dopo lunghe e sofferte ruminazioni,come segni inequivocabili di patologia.
Con il tempo, la convinzione di essere affetti da qualche male non trova più conferma da parte dei medici e dei familiari,facendo sentire la persona sola, incompresa ed indifesa nei confronti della propria sofferenza.
A volte l’assidua frequentazione di medici, la lettura di riviste di settore, rende queste persone dei pazienti molto preparati ed esigenti.
Di conseguenza possono non accontentarsi di una semplice visita generica e delle rassicurazioni del proprio medico sulla loro salute, spesso continuano in una disperata ricerca della loro patologia attraverso visite ed analisi specialistiche sempre più approfondite.
Altro aspetto paradossale e complicante dell’ipocondria è che al momento in cui il medico, credendo di rassicurare il proprio paziente, comunica che non c’è niente di cui preoccuparsi, il soggetto può sentirsi deluso e trascurato da chi dovrebbe aiutarlo a guarire.
È chiaro che la persona ipocondriaca è vittima di una sequenza circolare ed auto rinforzante di eventi che irrigidiscono la sua situazione e sembrano impedire una via d’uscita:
MI SENTO MALATO E MOLTO ANSIOSO perché NON CAPISCO COSA POSSA ESSERE → MI RIVOLGO AD UN MEDICO PERCHE’ POSSA AIUTARMI→ QUESTO INVECE AUMENTA I MIEI DUBBI E LA MIA SENSAZIONE DI IMPOTENZA E RABBIA→ I SINTOMI ANSIOSI SI ACUISCONO ASSIEME ALLA PERCEZIONE DI DEBOLEZZA E FRAGILITA’………E IL CICLO SI RIAVVIA.
E’ ovvio che se questa sequenza di eventi non viene interrotta la persona difficilmente riuscirà da sola a risolvere le sue difficoltà
Un intervento psicoterapeutico in questo caso aiuta innanzitutto a spostare il fuoco dell’attenzione dalle presunte cause organiche del sintomo alle dinamiche psicologiche e relazionali sottostanti.
Spesso dietro al controllo che la persona cerca di esercitare sul proprio corpo e sulle sue reazioni si può celare la necessità di controllare e ricevere le attenzioni dalle persone che stanno più vicine al soggetto.
Come ogni altro sintomo l’ipocondria ha un suo significato ed una sua funzione se collocato all’interno della storia del paziente e del contesto in cui vive.
In molti casi la condizione di malato blocca il sia il soggetto che le persone che gli stanno attorno, magari “proteggendolo” da situazioni che non vorrebbe o non può affrontare.
La psicoterapia , una volta escluse le possibili cause mediche, può certamente aiutare le persone con tratti ipocondriaci ad intraprendere un cammino verso una maggiore autonomia. Tale “sentiero” potrebbe addirittura richiedere più coraggio che farsi diagnosticare una malattia.
hm… nice..