La sintomatologia ansiosa che si concretizza in quegli che vengono definiti “attacchi di panico” è purtroppo una delle più diffuse specialmente nella fascia d’età che va dai 18 ai 30 anni. Descrivere in maniera veritiera la sensazione provata in quei momenti non è facile, e credo, neanche possibile. Ma cosa sono questi “attacchi”?
Sono episodi acuti di ansia caratterizzati da un vero e proprio terrore insostenibile che ostacola una qualsivoglia organizzazione del pensiero e dell’azione. Il panico che può associarsi e fenomeni di de-personalizzazione (sensazione di distacco da sé stessi) e di de-realizzazione (senso di irrealtà del mondo) è accompagnato da forti segnali fisici come ipersudorazione, pallore, palpitazioni, tremore, nausea, sensazione di soffocamento etc. Tra gli attacchi di panico si possono distinguere:
- Attacchi di panico provocati dalla situazione quando questi si verificano sempre in concomitanza con una data situazione ad esempio guidando la macchina o sul treno.
- Attacchi di panico sensibili al contesto quando esiste si una relazione col contesto ma meno stretta del precedente esempio
- Attacchi di panico non provocati (inaspettati) quando questi si verificano in presenza di stati mentali in apparenza benigni, come durante il rilassamento, oppure in situazione cui paiono del tutto ingiustificati
Perché si possa parlare di diagnosi di disturbo di panico vi debbono essere attacchi di panico inaspettati e ricorrenti; l’esclusiva presenza di attacchi di panico causati dalla situazione riflette invece, con ogni probabilità, la presenza di una fobia.
Fortunatamente le patologie dello spettro ansioso hanno un’eccellente probabilità di remissione se adeguatamente affrontate. A questo proposito un percorso di tipo psicoterapeutico è sicuramente quello che, oltre alla risoluzione in tempi relativamente brevi, offre anche la minor percentuale di possibilità di ritorno della sintomatologia.
Dott. Cristiano Pacetti