In merito all’articolo di ieri sull’uso degli psicofarmaci, ho trovato oggi un’interessantissima ricerca effettuata sull’aumento delle prescrizioni dei farmaci in generale. L’articolo è molto ben scritto e molto, molto interessante, per leggerlo nella sua interezza cliccate QUI
Di seguito voglio riassumere alcuni tra gli elementi più interessanti (a mio avviso) dello scritto.
In Inghilterra, il numero di farmaci prescritti è raddoppiato negli ultimi 20 anni, con un incremento annuale che attualmente si attesta intorno al 4-5%.
- Le industrie farmaceutiche investono nel marketing dal 20 al 30% del proprio budget (significativo è il confronto con gli investimenti in ricerca e sviluppo, che rappresentano invece il 10-20%).
- La medicalizzazione alimenta l’incremento dell’utilizzo di farmaci. I medici, sia come clinici sia come ricercatori, possono infatti contribuire, consapevolmente o inconsapevolmente, ad un’espansione dei limiti del patologico come è avvenuto ad esempio nell’ambito delle patologie psichiatriche (a questo proposito basti ricordare tutte le “nuove dipendenze” dallo shopping, alla dipendenza da lampada abbronzante).
- Infine, (si legge sempre nella ricerca inglese) la capacità dei governi di agire come “potere contrastante” viene limitata dalle efficaci attività di lobby dell’industria e dal suo peso nell’economia del paese. Infatti, sebbene i governi abbiano un forte interesse a ridurre la spesa pubblica attraverso la regolamentazione dei prezzi dei farmaci, essi possono trovarsi in una situazione di conflitto per il concomitante desiderio di non danneggiare le industrie farmaceutiche, in quanto forniscono un valido contributo all’economia del paese.
Dott. Cristiano Pacetti